martedì 15 gennaio 2013

Viaggio nel Paese della...(in)Tolleranza




















La Storia:
Le vicissitudini di Krishnee Bunwaree (Indù) iniziano nel 2008, la ragazza, allora diciottenne conosce Amanoullah Emandee (musulmano) autista di professione con alle spalle un matrimonio non riuscito. La coppia si innamora e decide in tempi stretti di contrarre il matrimonio islamico (nikah) senza il consenso della famiglia della ragazza. Krishnee diventa così Fareena, scoprendo l’islam in un grande slancio d’amore. Nel periodo del Ramadan digiuna e prega, rispettando la scelta religiosa.
Nel dicembre 2009 suo marito viene arrestato con l’accusa di omicidio. Krishnee Bunwaree, con un senso di vergogna inizia a chiudersi in se stessa, volendo a tutti i costi schiarirsi le idee preferisce la casa alla scuola. Circa un mese dopo, prende la decisione di lasciare il domicilio coniugale e riprendersi la sua vita, ritornando dalla madre.
Decisa a girarla tutta questa stramba pagina di vita, abbandona gli studi e trova lavoro come commessa. La situazione non è facile, maltrattata fisicamente prima dal marito poi dalla suocera, anche in questa nuova realtà lavorativa si scontra con le difficoltà verbali, la sua condizione mentale si fa ancora pesante giorno dopo giorno, sopportare diventa necessario per andare avanti, fino a quando…

I Fatti:
domenica 22 luglio 2012
Krishnee Bunwaree, una ragazza di 22 anni abitante a Vallèe des Prètes, alle 12.27 scrive sulla sua pagina facebook  un commento giudicato razzista, antireligioso, profondamente offensivo, irrispettoso verso la comunità musulmana, durante il periodo del Ramadan.
…“c’è una religione che aspetta solo 30 giorni all’anno per digiunare e comportarsi bene...e’ pura ipocrisia...bleah su tale religione...lunga vita agli indù che sono puri di mente e di cuore sempre e dovunque”…“…e gli stessi poi mangiano come dei maiali”.
martedì 31 luglio 2012
A seguito di una denuncia presentata alla polizia da un abitante di Port-Louis, la stampa fiuta la notizia e pubblica per intero la pagina facebook con i commenti, privacy permettendo. Intuendo una situazione sempre più compromessa, Krishnee Bunwaree decide di bloccare la pagina facebook, di non presentarsi al lavoro e chiede ospitalità ad un’amica.
mercoledì 1 agosto 2012
Gli inquirenti si presentano al domicilio di Krishnee Bunwaree, con esito negativo. Qualche ora dopo la ragazza si presenta al Central Crime Investigation Department di propria spontanea volontà accompagnata dal suo avvocato. Arrestata con l’accusa di “access to computer system with the intent to commit an offence” in virtù dell’articolo 4 della Computer Misuse and Cybercrime Act, e di “stirring up racial hatred” articolo 282(1) del codice penale, rischia 20 anni di prigione e un’ammenda di €25.000. Il vice primo ministro Rashid Beebeejaun qualifica l’accaduto disgustoso, al limite della indecenza e aggiunge che questo tipo di linguaggio sanzionabile è presente anche in alcune riunioni politiche notturne.
giovedì 2 agosto 2012
In mattinata Krishnee Bunwaree viene colpita da malessere, trasportata in ospedale per accertamenti viene rilasciata poco dopo. Krishnee Bunwaree si presenta davanti al giudice che gli nega la libertà provvisoria, restando in custodia cautelare fino al prossimo 6 agosto 2012, complice le intimidazioni ricevute. In un’intervista alla radio il ministro delle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione, Tassarajen Chedumbrum Pillay chiederà alla Information and Comunication Technologies Authority (ICTA) di prendere sanzioni severe contro chi utilizza internet in modo improprio diffondendo frasi razziste.
venerdì 03 agosto 2012
Nel corso di una conferenza stampa, il mullah Jamil Chooramun lancia un appello alla calma e chiede alla comunità musulmana di non rispondere in alcun modo aggiungendo che si aspetta delle scuse anche dagli altri autori dei commenti razzisti. L’associazione socioculturale Kranti ha presentato una denuncia alla polizia contro tutti gli autori delle reazioni scritte ai commenti di Krishnee Bunwaree, ritenendoli tutti perseguibili per legge oltre che qualificarli appartenenti alla comunità indù.
sabato 04 agosto 2012
Un fronte comune induista si costituisce, e in risposta alla associazione Kranti chiede alle autorità di non procedere contro tutti gli altri autori che hanno risposto e interagito con Krishnee Bunwaree.
lunedì 06 agosto 2012
Krishnee Bunwaree ottiene la libertà provvisoria pagando una cauzione di Rs.25,000 (circa €600) e firmando una dichiarazione di pagamento di Rs.75,000 (€1.800) per le future spese processuali. Il giudice gli impone per la sua sicurezza personale di trovare un nuovo domicilio con l’obbligo di firma giornaliero, dalle 06.00 alle 18.00 e la condizione di non uscire di sera.   

Nota:
Krishnee Bunwaree è una vittima delle circostanze, la stampa non ha avuto esitazione ad alzare il tiro approfittando di una situazione piccola. Arrestare una ragazza di 22 anni facendola diventare il capro espiatorio del razzismo mauriziano è un gesto folle. L’armonia...tra le componenti etniche accoglie e nasconde pregiudizi e razzismo, le parole di rabbia si esternano a bassa voce, ma quando si incontra un urlo stridulo in erba, ecco il giusto colpevole per espiare le pene e i peccati di una società.

Le libertà su facebook, hanno messo in luce la fragilità dell’identità nazionale mauriziana. Un sondaggio eseguito dall’istituto Straconsult racconta una Mauritius su cui poter riflettere. Il 24% si sente unicamente mauriziano, il 6% si sente mauriziano poi appartenente ad un gruppo etnico, il 59% si sente in egual misura mauriziano e appartenente ad un gruppo etnico, il 7% si sente appartenente ad un gruppo etnico poi mauriziano, il 2% si sente unicamente appartenente ad un gruppo etnico.

Mauritius è una repubblica giovane, una società multirazziale, multiculturale e multi/filo-religiosa che si sforza alla modernità con ancora troppa paura di se stessa. La paura di crescere e la mancanza di una cultura raffinata dell’ironia, porta Mauritius a prendersi troppo sul serio. Essere mauriziani ha un gusto ancora indefinito, un gusto che il popolo fatica a ritrovare. Il razzismo a Mauritius, si perde nella notte dei tempi, una nazione arcobaleno dove i vari colori etnici non si sono mai amalgamati tra di loro, complice una politica filo-religiosa la quale, con paura assordante gestisce le differenze senza una libertà d’espressione...per una pace di comodo, innocente e molto fragile.