Martedì
12/06/2012 il parlamento della Repubblica di Mauritius si è espresso sugli
emendamenti, per depenalizzare i reati legati alla legge sull’aborto, The Criminal
Code (Amendament) Bill, dopo che l’Attorney General Yatin Varma ha richiesto
una separazione dei voti: 50 favorevoli, 14 contrari e 1 astenuto con 4 parlamentari
assenti.
Con
questo voto storico e rivoluzionario la Repubblica di Mauritius cambia la legge
sull’aborto, la legislazione in materia portava la data del 1838, anno in cui
governava Sir William Nicolay, Forte Adelaide (la cittadella sopra Port-Louis)
era in fase di avanzamento e la schiavitù abolita da soli 3 anni. La proposta
dell’attuale governo accettata in massa dai parlamentari in modo trasversale è
di legalizzare l’interruzione volontaria di gravidanza nei quattro casi
specifici: se la donna non avesse compiuto
16 anni, se la gravidanza risultasse essere frutto di una violenza sessuale, se
ci fossero rischi reali per l’incolumità della donna o del bambino e se il feto
fosse deformato, il tutto entro la 14 settimana di gravidanza. Chiudendo
occhi e orecchi alle richieste della chiesa e non solo (buddismo, induismo, islam),
seguendo una politica filo europea Mauritius ha deciso di allinearsi in parte con
la maggioranza degli stati del mondo.
Questa
vecchia e superata legge trascinata fino ai giorni nostri tenendo campo per 174
anni, ha fatto nascere un mondo illegale parallelo, un mercato clandestino di
aborti gestito e controllato da cliniche private il cui medico rischiando 30
anni di prigione e la chiusura della clinica, toglieva dall’imbarazzo tutti proprio
tutti…perfino la politica. Dal 2008, 20.000 ragazze hanno abortito ogni anno a
Mauritius, lo rileva la “Contraceptive Prevalence Survey”, superato questo
scoglio molte entrano condividendo le idee del “Muvman Liberasyon Fam”.
In
altri casi le famiglie con un semplice volo aereo di 30 minuti atterrano in
territorio europeo, all’isola di Reunion (Fr.) dove l’aborto è legale ormai da anni.
Chi non ha risorse economiche da poter mettere in campo, disperate da una
situazione sfuggita di mano, ha una sola alternativa…l’aborto volontario (auto
aborto) fatto da se stessi spesso senza aiuto, in maniera casareccia e con
metodi e utensili non consoni, nella ricerca forsennata di togliersi un
pensiero sgradito, un fastidio e recuperare la propria serenità interiore…la
certezza della pratica lo dimostrano le decine di ragazze morte con un senso di
vergogna assurdo e un peso troppo pesante da far sopportare alla famiglia.
Nel mondo ci sono solo
il 3% degli Stati che impongono il divieto totale dell’aborto, Mauritius faceva
parte di questa minoranza violando i più elementari diritti umani delle donne e
vietando ai professionisti della sanità di esercitare il proprio studio medico.(Michel
Ahnee, amnesty International Mauritius Section). Gli altri Stati
sono Nicaragua, Filippine, Cile, Salvador, Malta e la Città del Vaticano.
Pan-America Health Organization nel 2006 scrisse “access to therapeutic abortion is a universally
accepted principle which transcends cultural differences religious creeds and
political ideologies. In most countries legislators have taken the framework of
human rights into account, but at it’s heart therapeutic abortion is a matter of common
sense and humanity.”
La legge sull'aborto è entrata in vigore ufficialmente il 15/10/2012
La legge sull'aborto è entrata in vigore ufficialmente il 15/10/2012
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